SLOITA

Bambini nella grande guerra

Il progetto educativo l bambini nella Grande Guerra: un messaggio ai giovani d'oggi è stato ideato nell' intento di avvicinare i giovani a un tema storico così impegnativo come quello della Prima Guerra Mondiale e del Fronte dell'Isonzo, facendo loro conoscere l'identità multiculturale di Gorizia agli inizi del XX secolo e stimolando la riflessione critica sul valore della pace e gli orrori della guerra attraverso la creatività audiovisiva. Durante l'anno scolastico 2014/2015 oltre 600 giovani di Gorizia, Trieste, Doberdò del Lago e San Pietro al Natisone hanno visto il documentario Non volavano uccelli, dove sono raccolte le testimonianze di novantenni che hanno vissuto da bambini gli orrori della Grande Guerra. I loro ricordi autentici e commoventi, il prezioso materiale fotografico e i filmati d'archivio hanno presentato in modo esemplare ai giovani una parte della storia del nostro territorio. I ragazzi hanno così imparato quanto sia importante annotare e conservare i ricordi personali, che permettono di ricostruire un quadro più completo dei fatti storici. Infine è stata organizzata un'escursione alla scoperta delle tracce visibili e invisibili della Grande Guerra, sia nell'ambiente urbano che nei dintorni del Fronte dell'Isonzo. Sotto la guida di esperti i ragazzi hanno espresso le loro riflessioni critiche sul valore della pace e l'insensatezza di tutte le guerre attraverso il linguaggio audiovisivo creando brevi videomessaggi di pace.

 

Mateja Zorn

 

 

Al diavolo la guerra! / Zluadi naj uzame uijsko! (2015, 8'6") Večstopenjska šola s slovensko-italijanskim dvojezičnim poukom, Špeter /Istituto Comprensivo con lingua di insegnamento slovena e italiana, San Pietro al Natisone

 

Ricordi di guerra / Spomin na vojno (2015, 9'9") Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom, Doberdob / Istituto Comprensivo con lingua di insegnamento slovena, Doberdi) del Lago

 

Guerra o pace? / Vojna ali mir? (2015, 4'25") Znanstveni licej Franceta Prešerna, Trst / Liceo scientifico France Prešeren, Trieste

 

Lettera al nonno / Pismo nonotu (2015, 8'21") Državni izobraževalni zavod s slovenskim učnim jezikom Ivan Cankar-žiga Zois-Jurij Vega, Gorica /Istituto Statale di Istruzione Superiore con lingua d'ins. slovena Ivan Cankar-Žiga Zois-Jurij Vega, Gorizia

 

riflessioni....

Domando ai ragazzi: "Cos’è la Grande Guerra?". Mi rispondono: "La guerra è guerra." e mi mostrano immagini di morte, di dolore, di bombe che cadono dal cielo. Navigano in rete e trovano immagini terribili. Mi dicono: " La guerra e la più disumana tra le cose umane". Hanno occhi per vedere e non conoscono le storie, vedono similitudini nel dolore provocato dai bombardamenti di oggi e di ieri. La loro coscienza si forma anche attraverso lo sguardo. Oggi, nell'ipercinetica società dell'immagine, nella quale i bambini crescono, è fondamentale l'educazione alla lettura e alla comprensione della comunicazione visiva. La scuola ha un ruolo essenziale in questo processo di apprendimento e di consapevolezza. Saper vedere equivale a saper leggere e saper scrivere vuol dire anche saper produrre immagini. II progetto Bambini nella Grande Guerra: un messaggio ai giovani d'oggi ha avuto il grande merito di stimolare i ragazzi al pensiero critico e creativo con la produzione di un piccolo ma originale film - messaggero del loro desiderio di pace.
Donatella Ruttar

 

Per costruire la pace non bisogna dimenticare le tragedie delle guerre. Ricordare le conseguenze nefaste dei conflitti passati e presenti, elaborare le notizie e confrontare le esperienze può forse far capire ai giovani l'importanza di costruire un mondo di pace, a partire dal proprio quotidiano. Cento anni fa i testimoni del documentario Niso letele ptice /Non volavano uccelli hanno vissuto sotto le bombe, sono diventati profughi, hanno perduto tutto, esattamente come quei giovani che oggi arrivano dal mare in condizioni inumane. A cente anni dalla Grande Guerra, gli eventi internazionali portano all'immediato confronto con il passato. A ben vedere, larga parte dell'umanità ancora soffre per la guerra. Lavorare su questo concetto permette a tutti, non solo ai giovani, di riflettere sul futuro che vogliamo costruire assieme.
Lucio Fabi

 

Alcuni decenni fa gli storici europei hanno iniziato a porre la questione del ruolo dei bambini nella Prima Guerra Mondiale e degli influssi del conflitto sul concetto e la percezione dell'infanzia. L'attenzione era rivolta alla posizione dei bambini nell'ambito del cosiddetto "fronte casalingo", documentando il ruolo dei bambini come lavoratori, consumatori e simbolo di un popolo/nazione e del suo futuro. l bambini rappresentavano l'innocenza, la purezza e la speranza, mentre lo stato pretendeva da loro il sacrificio disinteressato, sia nella vita privata che in quella pubblica. Ma la realtà della Prima Guerra Mondiale e di tutte le guerre successive oltrepassò i limiti del lecito e dell'ammissibile, entrando brutalmente nelle vite dei bambini, cancellando il confine tra fronte e retrovie, diventando guerra totale che non solo utilizzava tutti i mezzi leciti o illeciti per sfruttare il proprio potenziale distruttivo, ma si insinuò anche in tutti gli aspetti della vita, sia pubblica che privata, attirando nel suo vortice tutte le generazioni. La Prima Guerra Mondiale dimostrò come la speranza nel futuro della nazione, che proprio dalla guerra si attendeva la rigenerazione sia simbolica che concreta, si trasformò tragicamente nella prova della decadenza sociale e familiare prodotta indistintamente da tutte le guerre. Sin dalla fine della Grande Guerra, la memoria comune era concentrata sugli aspetti militari, trascurando le vite di coloro che lavorando e resistendo nelle retrovie, in esilio, nelle immediate vicinanze del fronte o sotto l'occupazione militare avevano lottato contro la disperazione, la morte, l'indigenza e l'intolleranza in terra straniera, il tutto affinché il fronte potesse resistere agli attacchi del nemico.
L'esperienza della Prima Guerra Mondiale, similmente alle guerre successive, ha lasciato nei bambini una traccia indelebile, un ricordo che con gli anni non si cancella bensì diventa sempre più nitido, acquistando probabilmente dimensioni storiche in età adulta, ma senza modificare lo sguardo sulla guerra passata. Nei ricordi infantili c'e una misteriosa serenità, un'innocenza di difficile comprensione, senza tracce di desiderio di vendetta: nonostante l'amarezza dell'esperienza, il ricordo è rimasto imparziale e autentico, spietatamente vero, vivo e sincero. L'infanzia in esilio rappresentava da un lato una possibilità di sopravvivenza fisica, segnando però l’animo dei bambini con un senso di alienazione, incomprensione e un'infanzia profondamente ferita, che tuttavia sapeva apprezzare le piccole cose, portando con se in età adulta soprattutto il ricordo di queste ultime. Non volavano uccelli parla agli adulti, il progetto Otroci otrokom/l bambini nella Grande Guerra: un messaggio ai giovani d'oggi indirizzato alla coscienza degli adulti, affinché si rendano conto che la cultura della guerra e distruttiva, che la guerra moderna è la minaccia più grande nei confronti dei bambini e dell'infanzia, perchè sradica e lascia dietro di se desolazione e smarrimento, assieme alla falsa sensazione che il conflitto sia una soluzione ai problemi, che la violenza porti al raggiungimento degli obiettivi desiderati. Oggi, nel 2015, un secolo dopo l'epoca in cui l'Europa fu invasa dai primi milioni di bambini — profughi, il mondo moderno ha purtroppo nuovamente dimostrato che la storia non insegna, che I'umanità non impara e che l'infanzia, che dovrebbe essere innocente e spensierata, viene continuamente violata e distrutta, con leggerezza insostenibile, per interessi insensati.
Petra Svoljšak

 

capofila progetto: Kinoatelje, 2015
tutor: Aleš Doktorič, Dario Frandolič, Ivan Gergolet, Hijacint lussa, Vesna Jagodic, Jan Mozetič, Donatella Ruttar, Štefan Turk, Kaja Trkman, Mateja Zorn
esperti: Nadja Velušček, Anja Medved, Martina Humar, Majda Bratina, Vili Prinčič, Hans Kitzmüller
traduzione: Sara Terpin, Maja Lovrenov
grafica: Orjana Velikonja Grbac
segreteria: Karin Kocijančič
project manager: Mateja Zorn 
anno scolastico: 2014/2015
partner del progetto: Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom, Doberdob / Istituto Comprensivo con lingua di insegnamento slovena, Doberdò del Lago; Večstopenjska šola s slovensko-italijanskim dvojezičnim poukom, Špeter /Istituto Comprensivo con lingua di insegnamento slovena e italiana, San Pietro al Natisone; Znanstveni licej Franceta Prešerna, Trst / Liceo scientifico France Prešeren, Trieste; Državni izobraževalni zavod s slovenskim učnim jezikom Ivan Cankar-Žiga-Zois-Jurij Vega, Gorica /Istituto Statale di Istruzione Superiore con lingua d'ins. slovena Ivan Cankar-Žiga Zois-Jurij Vega, Gorizia; Študijski center Nediža, Špeter Centro studi Nediža, San Pietro al Natisone; Zavod Kinoatelje, Šmihel (SLO)
cofinanziato da: Regione Autonoma FVG