SLOITA

NUOVE SFIDE DEL FESTIVAL OMAGGIO A UNA VISIONE

data: 10.10.2018

categoria: notizie

Il Festival Omaggio a una visione è un organismo vivo, che nel corso degli anni ha continuato a svilupparsi reagendo agli impulsi, ai segni e ai segnali emanati dall’ambiente transfrontaliero in cui è inserito. Questo festival del film dal carattere itinerante (Gorizia, Nova Gorica, Trieste, San Pietro al Natisone, Udine, Capodistria, Lubiana) è organizzato da Kinoatelje in collaborazione con istituzioni cinematografiche partner e ha per protagonista principale un unico autore con la sua visione. La sua impostazione particolare è stata per molti, sin dal primo momento, difficile da comprendere; il suo linguaggio bilingue e la sfida dell’identità multiculturale dell’area transfrontaliera, che stimola incessantemente il dialogo tra culture, si possono capire e percepire più facilmente solo vivendolo.

Alla sua diciannovesima edizione, il festival sta vivendo una trasformazione, un vero e proprio perfezionamento. Siamo ancora più interessati alla visione, allo sguardo proiettato al futuro, all’osservazione che suscita interrogativi, che investiga e cerca nuove risposte ma anche una nuova comprensione e percezione della società, del tempo e dello spazio in cui viviamo oggi e in cui vorremmo vivere un domani. Il vincitore del premio di quest’anno, il cineasta svizzero-canadese Peter Mettler, un visionario, poeta e filosofo, ci proporrà attraverso le sue opere un’esperienza unica di esplorazione del mondo, al di là del fisico e del fotografico. Oltre alla sua completa retrospettiva filmica nei cinema di sette città, a Gorizia si potrà osservare la sua istallazione Frame Mixing Array, mentre a Udine si assisterà alla performance musico-visuale Frame Mixing, nata in collaborazione con il festival Free Music Impulse. Peter Mettler è un vecchio amico del festival Kino Otok, ma qui per la prima volta presenteremo la totalità delle sue opere cinematografiche, inclusi i primi lavori, capolavori che già da subito introducevano e confermavano la sua visionaria posizione di creazione filmica, che esula da inquadramenti prestabiliti, e il suo spirito innovativo, a cui si è mantenuto fedele fino ad oggi. Con sé porta anche il suo ultimo film “Diventare animale” (Becoming Animal) che sarà proiettato in prima visione italiana e slovena al festival Omaggio a una visione.

La novità dell’edizione di quest’anno è il programma Primi voli/Prvi poleti con il quale ci avviciniamo ai nuovi autori, cineasti agli inizi della ricerca del proprio linguaggio d’espressione filmica. Sul grande schermo presenteremo i lavori degli studenti dell’indirizzo cinematografico delle università locali di Gorizia e Nova Gorica, portandoli così a dialogare con un maestro del film.

Il programma La storia del Premio, di anteprima al festival, ci ha presentato nuovamente il tesoro delle riprese del cineasta triestino, l’amateur del cinema Aljoša Žerjal, che ha ricevuto il premio Darko Bratina nel 2003. Dal materiale non montato, che il regista ha tirato fuori dagli scaffali, è nato anche un laboratorio di montaggio – il workshop aperto, libero e creativo Visioni di scarto. Omaggio a Žerjal, durante il quale i giovani creatori partecipanti, guidati dalla regista Alina Marazzi, hanno reinterpretato gli “scarti” dei film di Žerjal alla Stazione Topolò/Postaja Topolove.

Darko Bratina – da cui prende il nome il premio che Kinoatelje conferisce all’autore cinematografico che con le sue opere sensibilizza sui temi attuali nella nostra società – in qualità di sociologo, critico cinematografico e politico, fino all’ultimo faceva instancabilmente notare la potenza del medium cinematografico e audiovisivo come critica impegnata dello stato della società. Bratina era ben cosciente di quanto fosse importante guardare al futuro, avere una visione che superi le situazioni politiche e sociali del momento. Parlava e scriveva di uno spazio comune delle due Gorizie quando ancora la cortina di ferro divideva rigidamente e immiseriva quotidianamente le persone qui sul confine. I cambiamenti nella società avvengono lentamente. Oggi il confine fisico non c’è più. La sfida di come trasformare le differenze e le discordanze innescate dai diversi codici culturali, sloveno, italiano e anche friulano, in una priorità di sviluppo del nostro ambiente transfrontaliero e da queste costruire una visione comune delle due città, è però ancora presente. Con la comune candidatura di GO2025! per diventare capitale europea della cultura ci si prospetta un’occasione unica per creare un varco che permetta di avverare la visione senza tempo di comprensione dello spazio comune e della convivenza sul confine. La ricchezza dell’eredità intellettuale di Bratina sarà presentata a fine anno sul portale internet del progetto “Fiducia oltre il confine: Darko Bratina tra sociologia e cinema”.

Che la nota di Patricija Maličev, selettrice e collaboratrice al programma del festival Omaggio a una visione, possa servire da invito al festival e da ispirazione: “Lo stupore permesso dalla cinepresa è per Mettler una vera confessione d’amore per l’uomo, la consapevolezza che siamo e rimaniamo così dipendenti gli uni dagli altri. E i film di Mettler parlano soprattutto di questo.”

 

Mateja Zorn

direttrice del festival