SLOITA

Parte con Maja Weiss la nuova rassegna dei film sloveni in Italia proposta dal Kinoatelje

data: 18.01.2024

categoria: notizie

Raccolti alla fonte - I bambini sloveni di Lebensborn

 

Foto4 Kosare ZajetiVIzviru LowRes

 

Siete invitati ad unirvi a noi nella prima serata della rassegna dei film sloveni in Italia organizzata dal Kinoatelje giovedì 18 gennaio 2024 alle 20.30 presso il Palazzo del Cinema di Gorizia. Inaugureremo l’iniziativa con la prima italiana del nuovo documentario di Maja Weiss, la prima a ricevere il Premio Darko Bratina nel 1999. Il viaggio toccante attraverso le epoche più buie della storia si intitola Raccolti alla fonte - I bambini sloveni di Lebensborn che verrà proposto con sottotitoli in italiano. Per l’occasione ospiteremo la regista del film, la produttrice Ida Weiss dalla casa di produzione Bela film e la coautrice della sceneggiatura Nataša Konc Lorenzutti.

Il film che accompagnerà la Giornata della Memoria affronta il tema della Seconda guerra mondiale attraverso lo sguardo di quattro bambini, le ultime vittime sopravvissute ad un esperimento razziale nazista. Nel 1942, una trentina di bambini sloveni »razzialmente adatti« fu inclusa nel famigerato programma nazista Lebensborn, ideato da Heinrich Himmler e volto ad espandere la razza ariana. La maggior parte di questi bambini furono dati in adozione a coppie tedesche, che almeno apparentemente, erano fedeli al regime nazista. Il messaggio, che i protagonisti del film vogliono trasmettere il mondo di oggi, che è nel mezzo di nuove guerre in Ucraina, in Africa, e in Medio Oriente, detta: »Le vittime più grandi di ogni guerra, da entrambe le parti, sia dell'aggressore che dell'aggredito, sono i bambini. La pace è il valore più grande

Il film non racconta solamente la sconvolgente storia tra la Germania e la Slovenia a livello individuale e collettivo, ma racconta anche la storia dei bambini rubati nell'Ucraina, afferma Maja Weiss: »I protagonisti del film, indipendentemente dalla loro nazionalità, ci trasmettono che il perdono, il compromesso, l'accettazione della diversità, la solidarietà e l’amore, sono di vitale importanza per mantenere la pace in un mondo dove ce n’è sempre meno.« La colorazione delle fotografie in bianco e nero e delle immagini in movimento attribuisce alla scioccante storia un valore speciale, ricordando allo spettatore che la guerra non è solo un cosa legata strettamente al passato, ma accade ancora qui e ora, davanti ai nostri occhi. La particolarità del film è anche la sua esecuzione tecnica realizzata in post-produzione, poiché è il primo lungometraggio documentario sloveno con i filmati d’archivio che sono stati colorati.

Il primo Premio Darko Bratina è stato conferito a Maja Weiss nel 1999 per il suo film La strada della fratellanza e dell'unità. Il pubblico avrà l'opportunità di vedere come la regista continua risolutamente ad esplorare questioni represse e meno apprezzate che toccano i temi dell'identità e della storia.

 

Il ricordo a quando ricevetti i l premio Darko Bratina

Sono molto onorata di essere la prima ad aver ricevuto il Premio Darko Bratina nel 1999 per il lungometraggio documentario La strada della fratellanza e dell'unità, un »road movie«, un film girato in strada, con storie ambientate nelle repubbliche dell'ex Jugoslavia; per un film che descrive la devastazione umana di tutti i tipi e proporzioni, avvenuta in questa prima guerra in Europa dopo il 1945.

La strada della fratellanza e dell'unità è stato anche il primo film realizzato della casa di produzione indipendente Bela Film, fondata nel 1998, insieme a mia sorella, la produttrice Ida Weiss. Abbiamo girato il film con le nostre mani utilizzando una videocamera acquistata con il supporto finanziario che abbiamo ricevuto dal fondo George Soros di New York. All'epoca, il film fu rifiutato dallo Fondo cinematografico sloveno, ma fu sostenuto dalla Televisione slovena. Il film è stato riconosciuto a livello internazionale e ha avuto molto successo.

Ricevere il premio a Gorizia è stato un grande onore, anche perché mi è stato conferito da Aleš Doktorič. Ho avuto l'onore di conoscerlo ancor prima del 1999, quando era responsabile del Film Video Monitor, un importante festival a Gorizia dove sono stati proiettati alcuni dei miei documentari, realizzati antecedentemente de La strada della fratellanza e dell'unità, tra cui Trieste sul confine (Trst na meji, 1996).

Aleš Doktorič è stato un'importante personalità nel panorama culturale degli sloveni in Italia, un intellettuale, erudito, sapeva tessere rapporti interculturali e internazionali, era sensibile alle minoranze culturali e ai temi emarginati, all'ingiustizia e alla verità, era un pensatore critico, appassionato di cinema, che divenne un importante produttore di lavori audiovisivi che trattavano temi di confine, spesso trascurati. Era curioso, flessibile, con una vasta conoscenza: in breve, un umanista. Un ottimo erede dell'eredità di Darko Bratina, che purtroppo non ho conosciuto personalmente, poiché ci ha lasciati nel 1997.

Sono onorata che il mio/nostro nuovo lungometraggio Raccolti alla fonte – I bambini sloveni di Lebensborn venga proiettato in occasione del 25° anniversario dell'istituzione del Premio Darko Bratina. Sono convinta che questo film toccherebbe profondamente entrambi, sia Darko Bratina che Aleš Doktorič, poiché contiene tutto ciò per cui hanno lottato e si sono adoperati con il loro lavoro nell’ambito cinematografico, culturale e sociale. Riconoscere nel mezzo cinematografico che è un eccezionale mezzo espressivo di comunicazione tra le persone, che parla della società, dalla società e allo stesso tempo influisce a sua volta su di essa, la rende consapevole e la sensibilizza, nella benevolenza, nella solidarietà e nella speranza, che è l’ultima a morire.

Grazie ad entrambi, al lavoro e allo spirito di Darko Bratina, e al lavoro e allo spirito di Aleš Doktorič. Grazie ai colleghi del Kinoatelje a cui auguro i migliori auspici nel portare avanti la loro importante missione. Grazie per aver tradotto Raccolti alla fonte – I bambini sloveni di Lebensborn in italiano e per aver reso disponibile anche al pubblico italiano questa scioccante storia slovena di proporzioni globali.

Maja Weiss

 

Prende vita la rassegna del cinema sloveno 2024/2025

Con i prossimi appuntamenti della rassegna vogliamo offrire al pubblico un variegato programma di film sloveni con sottotitoli in italiano che spaziano dalle ultime produzioni ai classici restaurati. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Centro cinematografico sloveno, il Palazzo del Cinema, e l’Ufficio del Governo della Repubblica di Slovenia per gli sloveni d'oltreconfine e nel mondo, e fa parte del programma ufficiale della Capitale europea della cultura GO! 2025. Gli eventi saranno dedicati anche ad onorare il 25° anniversario del Premio Darko Bratina e del festival Omaggio a una visione, che porta un messaggio sul potere trasformativo, umanistico e poetico delle immagini in movimento.

L’ideazione della rassegna segue lo spirito, dell’ormai storica, retrospettiva Cinema sloveno 1946-1981 Slovenski film realizzata nel 1981 a Gorizia, dove fu presentata per la prima volta al pubblico italiano la cinematografia slovena, che fino ad allora era stata proiettata all'estero solo come parte della cinematografia jugoslava. »Gorizia è diventata un osservatorio del cinema sloveno e di una società che cambia,« ha affermato Aleš Doktorič, il presidente del Kinoatelje all’epoca, nel 2006 in occasione del 25° anniversario della manifestazione.

Uno sguardo al passato.

 

Foto6 VonOlehafen ad Lilienthal ZajetiVIzviru