Il mio confine, 2002
racconto documentario
r. Anja Medved, Nadja Velušček
sceneggiatura Nadja Velušček
regia Anja Medved, Nadja Velušček
camera Radovan Čok
suono e seconda camera Hijacint Iussa
musica Aleksander Ipavec
montaggio Morena Fortuna
produttore esecutivo Aleš Doktorič
produzione Sede Regionale Rai per Il Friuli Venezia Giulia – Programma in lingua slovena / Kinoatelje, 2002
durata 50'
Sinossi
Gorizia, 16 settembre 1947. Il confine si insinua tra le case e le vie, tra i campi e i giardini – tra le persone e divide il mondo in due parti. Costituisce una barriera e nel contempo una sfida. Chi ricorda ancora l'area di Gorizia non divisa, racconta il confine e la vita legata ad essa. Il film documenta un frammento della storia del mondo attraverso gli occhi di una bambina che diligentemente appunta nel suo diario la vita quotidiana com’era crescere nella Jugoslavia del dopoguerra.
Il videoracconto documentario è dedicato alle giovani generazioni, per cui il confine non ha mai rappresentato un problema, ma un fatto oggettivo, naturale, come l’Isonzo che vi scorre appresso, ma anche alla generazione che l’ha vissuto quando si chiamava “cortina di ferro”.
Abbiamo dato voce soprattutto a quelli che sono nati quando questo mondo non era ancora diviso e le cui vite sono state segnate profondamente dal confine. Un loro messaggio rivolto a tutti quelli che vivono su qualsiasi parte di un qualsivoglia confine doloroso, soprattutto a quelle migliaia di individui che notte dopo notte attraversano questo confine con il desiderio insopprimibile di una vita migliore.
Dichiarazione dell’autrice
Io sono nata con questo confine. Mia madre era di Gorizia, mio padre della valle dell'Isonzo. Si sposarono e il confine si chiuse impermeabile. Da quel momento in poi, la mia vita, la vita della mia famiglia e di tutta le persone del Litorale sloveno, si è scontrata con un muro invisibile ma al contempo impenetrabile che ha tagliato a metà non solo le strade e i giardini ma anche le emozioni, i pensieri e le aspettative. -Nadja Velušček