Il Tempo Del Fiume, 2010
Incontri lungo Isonzo
r. Anja Medved e Nadja Velušček
sceneggiatura e regia Anja Medved, Nadja Velušček
direttore della fotografia Ferruccio Goia
montaggio Ferruccio Goia, Anja Medved
musiche Havir Gergolet, Salamandra Salamandra
suono Rosario Guerrini
assistente alla produzione Martina Humar
produttore esecutivo e co-produttrice Nadja Velušček
produttore Aleš Doktorič
co-produzione Zavod Kinoatelje
produzione Kinoatelje, 2010
video 63’
Logline
Lungo il percorso che l’Isonzo compie dalla sorgente alla foce, incontriamo persone diverse tra loro: ognuna ha un approccio personale ed unico con il fiume. Perciò questo non è un film su un fiume, ma sul nostro rapporto con la natura.
Sinossi
L’Isonzo è stato da sempre un fiume di confine. Il suo corso relativamente breve collega due mondi diversi: le Alpi e il Mediterraneo. Non a caso il fiume sembra avere due personalità, riflesse dai suoi due nomi: Soča, nome femminile, e Isonzo, nome maschile. E’ un fiume ricco di contraddizioni, molto attraente, ma altrettanto pericoloso, famoso per il colore smeraldo ma anche per le battaglie sanguinose. La Prima Guerra Mondiale non ha distrutto solo la vita, i villaggi e i campi, ma anche il rapporto che l’uomo aveva con la natura. I sopravvissuti hanno dovuto ricominciare da zero e sembra che ancora oggi si viva in quel mondo ricostruito frettolosamente.
Di chi è oggi l’Isonzo? La Slovenia lo ruba all’Italia con le dighe, l’Italia ne spreca le acque con un’irrigazione smodata. Le imprese edili ne saccheggiano la ghiaia e l’industria ne inquina le acque con le discariche. Gli appassionati di kayak rubano l’Isonzo ai pescatori e i pescatori lo rubano ai pesci. In tutto questo intrecciarsi di interessi contrapposti ci si dimentica che l’Isonzo appartiene in primo luogo a se stesso e che il ruolo essenziale che svolge da milioni di anni è importante per tutti.
Gli incontri lungo il fiume svelano le contraddizioni del nostro rapporto con la natura. Paragonata alla vita del fiume, l’esistenza umana appare misera, eppure l’uomo oggi può piegare a sé le leggi della natura. In quest’epoca in cui cadono i vecchi confini politici, dobbiamo saperci imporre dei limiti nel rapporto con il nostro fiume.
Dichiarazione della regista, Anja Medved
"Sia il fiume che il film nella loro essenza sono legati al concetto dello scorrere del tempo. Il tempo del fiume e del film sono nello stesso tempo sfuggenti e statici. Non possiamo mai immergerci due volte nello stesso film, anche se possiamo fermalo e riavvolgerlo. L’unico tempo possibile, tanto per il film quanto per il fiume, è un continuo presente."
Premi
Premio Scabiosa Trenta – Alpi Giulie Cinema 2011
Motivazione: Nonostante il ritmo del film si adegui volutamente a quello lento dello scorrere delle acque, la potenza dello sguardo che gli autori gettano su quella porzione di mondo che è attraversata dal fiume Soča/Isonzo, mediata e anzi accresciuta da una fotografia eccellente e da un montaggio magistrale, non si limita a una contemplazione estatica dei numerosi paesaggi attraversati dal fiume, né, d’altro canto, le testimonianze di chi racconta davanti alla macchina da presa rispondono a un intento meramente formale o didascalico. Dalle Alpi Giulie a Grado, attraverso le immagini, i volti e le voci dei testimoni, il film dà uno spaccato ampio e diversificato delle diverse realtà che il fiume attraversa e lo spettatore è portato a conoscere l’ambiente e a rivivere la storia e le molte contraddizioni di queste terre di confine. Il valore documentaristico in senso stretto (e per certi versi “testamentario”, visti i tempi correnti) dell’opera è rilevantissimo. Giudizio positivo per la pulizia della regia e per la solidità della sceneggiatura. Sempre puntuale, appropriato e mai superfluo l’utilizzo del vasto materiale d’archivio: immagini di repertorio, registrazioni, brani tratti da filmati casalinghi o da pubblicità, scampoli di filmati di guerra. Una nota di merito va anche alla colonna sonora, e al trattamento e l’utilizzo delle musiche e dei suoni registrati in presa diretta.