La fiera delle identità
r. Danijel Jarc
sceneggiatura e regia: Danijel Jarc
assistente della regia: Igor Devetak
fotografia: Janez Kališnik
riprese sonore: Frane Povirk
montaggio: Ana Zupančič
musica: Ilija Šurev
rappresentanti della produzione: Igor Prinčič, MIlan Blažin
interpreti: Orjana Velikonja, Alenka Kranjc
voci: Mariagrazia Plos, Alenka Vidrih, Riccardo Canali, Adriano Giraldi
direttore responsabile del programma culturale della TV Slovenija: Jaroslav Skrušny
truka: Rasto Novakovič
grafica: Marko Samec
lettura del negativo: Dragica Strmole
trattamento delle pellicole: Filmski laboratorij TV Slovenija
riprese dei dialoghi: Studio Zanin, Gradisca d'Isonzo
trattamento del suono: Igor Laloš
assistente del trattamento del suono: Peter Potočnik
produzione: Kinoatelje, TV Slovenija Ljubljana
anno: 1992
durata: 54 min
formto: 4:3
Hanno contribuito alla realizzazione del film: Slovenska kulturno-gospodarska zveza, Gorizia, HIT, Nova Gorica, Kulturni dom, Gorizia
Il film e' stato realizzato con il contributo del Ministero della cultura della Slovenia
Si ringraziano: Marko Sosič, Francesco Macedonio, Andrej Mlakar, Jože Babič, Boris Peric, Sandro Rossi, Giorgio Zichichi, il Kinoatelje e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del film
Sinossi
Si tratta di un mediometraggio d’autore su Gorizia, con la città come interprete principale.
L’immagine di Gorizia ci viene resa tramite il racconto di Lidija, la sua ricerca per la pubblicazione turistica, i suoi ricordi legati ad Urška, l'amica di Nova Gorica.
In realtà il ricordo di Urška è un pretesto per parlare di Gorizia, del passato cittadino, del confine e dell'appartenenza.
L'appartenenza, ovvero l'identità, è il filo conduttore che attraversa gran parte del film. Urška segue Stanko perchè gli appartiene. Stanko va a combattere al fronte, perchè sente il »richiamo« dell'identità nazionale. Lidija rimane, perchè appartiene a Gorizia.
Il racconto si svolge durante la fiera di Sant'Andrea, momento di incontri e commerci, quasi simbolo della funzione della città. Però nel film, oltre al clima festivo della fiera, alla agiata e tranquilla quitidianità, è presente anche una tensione che raggiunge il suo culmine quando Lidija si ricorda della guerra che investì Gorizia e pensa al confine come sua tragica conseguenza. Il confine e l'appartenenza si intrecciano nei pensieri di Lidija, ma non manca l'«istinto animalesco« dell'uomo, che alcuni abilmente camuffano con l'identità nazionale. Nel film i cippi di confine dilagano nella città, marciano in essa. Gorizia e Nova Gorica sono una città unica, nel cuore di Lidija sono un'unico concetto.